Il gruppo di SCALA MERCALLI
Il progetto per l’Auditorium viene percorso dall’Alessi attraverso volti e corpi di buona parte degli artisti coinvolti. Si aggiunga qualche nome che non partecipa (direttamente all’evento) romano ma che mantiene empatia processuale con le dinamiche di Scala Mercalli. Ne esce fuori la vera anima pulsante che scorre lungo il sisma creativo, una detonazione identitaria che smuove il rigore fotografico e proietta l’immagine nel luogo scosceso degli immaginari

44+1
Le regole del progetto sono state rigorose ed imparziali. Due scatti per ogni artista, uno a piano ravvicinato e uno con il campo più aperto. Tutte le stampe con un formato 40×50, stessa carta fotografica, stesso montaggio e, ovviamente stessa macchina fotografica. La Alessi ha fornito le stampe finali ad ogni artista, chiedendogli di intervenire in maniera libera,modificando l’immagine con ciò che reputava più aderente alla propria veggenza. L’azione modificatoria si è rilevata omogenea nell’approccio e ben diversa nei risultati. A vincere è stata la natura profonda di ogni autore, il rapporto empatico tra l’arte e il dilagante ego di artista. Anche perché si tratta di un intervento allo specchio,una specie di terapia ironica con cui plasmarsi attraverso la tensione iconografica del proprio stile. Merito del risultato, oltre alla qualità degli interventi, sta nell’ approccio con cui la fotografa ha calibrato i rapporti umani,dando spazio alle libertà espressive ed interpretative degli artisti.

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